domenica, Luglio 20, 2025

IL PROFESSORE AVELLINESE CHE HA VINTO IL “NOBEL” DEL SUPERCALCOLO

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Si chiama Giuseppe Barca, viene da Avellino, e ha appena vinto uno dei premi scientifici più ambiti al mondo: il Gordon Bell Prize, considerato il “Nobel” del supercalcolo. Un riconoscimento internazionale che consacra il suo lavoro nel campo del calcolo quantistico ad alte prestazioni.

Barca, oggi docente all’Università di Melbourne, ha guidato il team che ha realizzato un’impresa ritenuta fino a poco tempo fa impossibile: simulare il comportamento di oltre due milioni di elettroni su un supercomputer. È la prima volta nella storia che viene superata la barriera dell’exascale per simulazioni molecolari.

Il supercomputer usato è Frontier, la macchina più potente al mondo. Ma il vero salto è stato l’algoritmo, EXESS, sviluppato da Barca e il suo gruppo, in grado di gestire calcoli di una complessità estrema. Le implicazioni sono enormi: dallo sviluppo di nuovi farmaci, alla progettazione di materiali avanzati, fino all’intelligenza artificiale per la ricerca scientifica.

Dietro il successo, c’è un percorso partito dall’Università di Salerno, passato per Canberra e approdato in Australia, dove oggi dirige uno spin-off tecnologico. Ma l’identità italiana resta forte: “Porto Avellino con me in ogni riga di codice”, ha dichiarato dopo il premio.

Anche le istituzioni italiane lo celebrano: il senatore Francesco Giacobbe ha parlato di “orgoglio nazionale da sostenere”, mentre il Comune di Avellino prepara un evento ufficiale in suo onore.

Giuseppe Barca è la dimostrazione concreta di cosa può fare la ricerca italiana, se coltivata. Un messaggio forte per i giovani: il talento, se sostenuto, non ha limiti.

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