Erano Fico, Di Maio e Di Battista, ma è davvero tutto finito. La rivoluzione promessa si è infranta sulle accuse reciproche e Giuseppe Conte – l’unico rimasto vivo – può solo tentare di approfittare dei passi falsi del Pd. Ma nulla di più.
L’ultima polemica, quella di Di Battista con le dita negli occhi di Fico, riguarda la dotazione che rimane all’ex presidente della Camera, ufficio e staff. Dibba ha bastonato il suo rivale: “Una vergogna”. Che non ha esitato a mettere in piazza i quattrini a cui ha rinunciato.
Di Battista versus Fico
Miseria e nobiltà. E nulla di tutto questo per il povero Luigi Di Maio, di cui nessuno ormai parla più.
E pensare che i tre erano il biglietto da visita di Beppe Grillo, gli alfieri del movimento pentastellato, le avanguardie destinate a far breccia nel cuore del popolo italiano.
Spegnete la luce, invece, e risparmiateci i vostri battibecchi, che affondano le loro ragioni in aspirazioni negate. Già si rinfacciano, sul web, i sostenitori e/o i detrattori degli uni come degli altri, le mancate candidature alle politiche. Roberto Fico ha pagato il doppio mandato; Di Maio il tradimento finale; Alessandro Di Battista, le troppe urla dall’esterno contro il Movimento. E i suoi attribuiscono proprio a Fico la “colpa” dell’esclusione dalle liste del guerrigliero de’ noantri.
Gli piaceva il tonno in scatola
Non era cosa per loro il servizio nelle istituzioni. Perché si sono troppo adagiati nella scatoletta di tonno. E chi ha saltato un giro come Dibba fremeva dalla voglia di rientrare. Ma ha trovato un muro ad impedirglielo.
L’Italia non ne soffrirà. E magari la prossima volta gli italiani ci penseranno bene prima di dare fiducia ad una banda di sprovveduti.
La politica deve tornare ad essere una cosa seria, perché maledettamente seria è la situazione dell’Italia. Non sono quelli definiti gli scappati di casa a poter aiutare la nostra Patria. E ora lo sanno tutti.