Se ne sentiva la mancanza e dunque tornano le sardine per risollevare un Pd distrutto da Enrico Letta. Dal quartier generale Dem un sospiro di sollievo, adesso ci pensa Mattia Santori a farci respirare per la vittoria.
Ovvero, si radunano in piazza gli estremisti della fesseria, gli amanti della droga libera e di tutto il repertorio di cui è capace il Nazareno. E loro, i piddini, fanno le fusa ai compagni ritrovati: si sentivano soli alle feste dell’unità.
Riecco le sardine del Pd
Ad annunciarlo proprio Mattia Santori, che chiama i suoi commensali – come chiamarli altrimenti? – a piazza Santi Apostoli a Roma il 10 settembre. Non è una grandissima piazza, ma loro si accontentano. E poi non c’è divieto di fumo…
Sarà uno spasso vederli e ascoltarli – anche se solo per ragioni professionali – con i soliti slogan che ormai appaiono solo come vecchie litanie. C’è anche un’agenda delle Sardine, mica esiste solo quella di Mario Draghi.
Ius soli; guerra ai decreti sicurezza annunciati da Salvini; cittadinanza a Patrick Zaki e immancabile tutela culturale dei Rom.
Anche loro “contro le destre”
Li paga il centrodestra, mi sa. Guai a parlare di lavoro, non sia mai dovesse toccare a Santori e soci.
Le sardine tornano in piazza dopo un periodo soporifero per gridare anche loro “contro le destre”, da perfetti arnesi da combattimento del Pd.
«Se vince la destra è indubbio il rischio di un pericolo democratico. Sul tema dei diritti sappiamo bene come la pensano i partiti di quella coalizione», urla Santori.
Ma è evidente che le Sardine si limitano a scopiazzare le cose più ridicole pronunciate da Letta in questi mesi. Il solo fatto che la sinistra possa andare all’opposizione perché lo decidono gli italiani, li fa impazzire. E quindi arriva l’immancabile allarme per la tenuta democratica dell’Italia. Quando la sinistra perde frignano cosi. Toccherà sopportarli ancora un po’, poi dal 25 settembre si farà sul serio.