Ma come si arrabbia la sinistra per quel #Credo lanciato da Matteo Salvini. Sui social valanghe di insulti per una parola che indica che vale la pena di battersi perché convinti.
Già, le convinzioni al posto delle convenienze. E che cosa ci dovrebbe essere di più bello in politica?
Urlano contro il #Credo di Salvini
Eppure strillano. Ma non tutti sono disponibili ad assecondare le pretese di una sinistra arrogante che proprio non sopporta il #Credo.
Dice con la consueta efficacia Maria Giovanna Maglie: “Ai preoccupati cattocomunisti… guardate che #Credo è un verbo, non un brand, un monopolio. #Credo vuol dire che ho fiducia, che conto che qualcosa possa accadere, che ci spero, che mi convince chi me ne parla. È un verbo”.
Ma loro non lo capiscono. La forza di una parola li atterrisce.
E ha scritto Matteo Salvini all’Avvenire: “Credere, nella lingua italiana, significa ‘ritenere vera una cosa’, insomma essere persuasi della sua verità. Persuasione a cui si arriva per esperienza o per ragione non per rivelazione.
(…) Credere è dunque l’opposto di dubitare. È voglia di fare, di costruire, di operare per ridare coesione alla nostra società, per rilanciare l’Italia, partendo da valori chiari, sentiti, vissuti concretamente.
I valori da condividere per l’Italia
E allora il punto decisivo è capire se si condividono i valori a cui ci si affida per ricostruire una res publica”.
Significa riconoscersi in un sistema di valori condiviso per recuperare quel senso di unità fra i consociati, nel segno del primato della persona umana, abbandonando la ‘brutta’ politica fatta di odio, maldicenza, sospetti, insinuazioni, insulti. Una politica che riparta, in definitiva, da un gesto di fiducia, ovvero un atto laico di fede: credere nel prossimo e nel nostro Paese.
Tutto questo a sinistra non può avere cittadinanza, perché nega il loro modo di porsi in politica. Ma non è un motivo per arrendersi. Anzi, semmai lo è per combattere con ancora maggiore determinazione. #Credo. Non