Sì, è vero che c’è il fattore Berlusconi con le sue uscite su Putin, ma a sinistra stanno facendo di peggio, perché sull’Ucraina sono pronte due manifestazioni: una a favore e l’altra contro. Entrambe il 5 novembre. Una a Roma e una a Milano. Il popolo non sa dove guardare. Ovvero, si trascinano i cittadini direttamente nel conflitto, a tifare per gli uni o per gli altri. Nel segno dell’irresponsabilità che regna sovrana.
Mentre il capo di Forza Italia gioca una partita abbastanza spregiudicata per il nuovo governo, la sinistra è oltre ogni sopportabile livello di cinismo sull’Ucraina.
Sinistra pro e contro l’Ucraina
Se lo dicono da soli. Pd e Cinque stelle si ritroveranno alla cosiddetta manifestazione per la pace. Tradotto, vuol dire stop alle armi a Kiev. Anche se poi – soprattutto Enrico Letta – dicono esattamente il contrario.
Quelli del Terzo polo che in realtà è il quarto invece vanno in piazza a fianco di Zelensky, senza se e senza ma. La famosa opposizione unitaria.
Questo quadretto fa capire che cosa sarebbe accaduto all’Italia se il 25 settembre avesse prevalso il mai nato campo largo. Un guazzabuglio di personalità – senza dimenticare la famiglia Fratoianni, ostile pure alla Nato – che avrebbero scambiato Palazzo Chigi per il ring dove combattersi l’uno contro l’altro.
Programmi, parole e azioni
Vero, l’obiezione potrebbe valere anche di qua, ma con qualche dettaglio che rende particolarmente differente la situazione, a meno di ulteriori clamorosi svarioni e non stiamo parlando certamente di mobilitazioni di piazza.
Sul conflitto russo-ucraino il programma del centrodestra parla chiaro. A sinistra – in tutte le sue forme – il caos emerge nelle parole e nelle azioni.
Se il problema è la pace, è come ci si arriva. E oggi come oggi ci sono solo da far valere maledettamente le posizioni di forza. Altro non c’è, per costringere Putin a riaprire il negoziato e a convincere Zelensky ad accettarlo.