venerdì, Gennaio 17, 2025

NATALE DI RICORDI E SILENZI

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Il Natale è l’aria fredda e pungente che si mescola al calore delle case addobbate. È il profumo di dolci appena sfornati, le luci che illuminano le strade e quella malinconia dolce che accompagna ogni ricordo. Ma per me, il Natale è soprattutto mio Padre.

Era lui il vero re delle feste, l’ultimo di sette figli, un sovrano indiscusso del caos familiare. Amava riunire tutti sotto lo stesso tetto: fratelli, sorelle, nipoti e figli di nipoti. Le risate, le urla giocose, le tavole imbandite – tutto questo gli dava vita. Era un uomo che traeva gioia dal vedere la famiglia insieme, dall’essere circondato da chi amava. Ed è per questo che ogni volta che arriva il Natale, quei ricordi si accendono come luci su un albero: splendenti, caldi, ma sempre un po’ malinconici.

Quella nostalgia mi accompagna, ma non mi intristisce. Ho imparato ad accettare che alcune emozioni vanno vissute in solitudine. Ho sempre amato il 25 dicembre e il 1° gennaio proprio per questo motivo. Quando la confusione delle festività si spostava altrove, trovavo una pace rara nello stare da solo a casa. Meditavo, riflettevo e mi riprendevo prima di tornare ai bagordi dei vent’anni, alle esagerazioni che facevano parte di quel periodo della mia vita.

Quest’anno, con un po’ di fatica, sono riuscito a convincere mia Madre a passare il Natale con mio fratello e con i familiari di mia cognata, gli altri nonni di Andrea. La Vigilia, invece, vuole passarla con il Grinch – e quel Grinch sarei io. Non fraintendetemi: amo Gesù e tutto ciò che il Natale rappresenta, e vivrò questo periodo con la grazia nel cuore. Ma devo accettare la mia natura solitaria e un po’ asociale. Ci sono cose che per me hanno senso solo se vissute in compagnia, e altre che preferisco vivere da solo, con me stesso e i miei pensieri.

Ieri, ad esempio, una telefonata inaspettata di sabato mattina , 14 dicembre, mi ha riportato indietro. Mio fratello mi ha detto: “Che stai facendo? Scendi, sto passando a prenderti. Andiamo al circolo.” Non un circolo qualunque, ma il Posillipo quello storico di cui mio Padre è stato un membro importante per oltre 40 anni. Lo stesso circolo dove, a largo della costa, lo salutai lasciando la Sua urna in mare. Dopo, siamo passati a trovare i miei zii, gli ultimi rimasti da parte Sua, e poi a casa di mio Fratello, per stare un po’ con mio Nipote.

Non sono poi così asociale. Amo condividere il mio tempo con chi lo merita, ma quando posso, Amo anche stare da solo. È nei momenti di solitudine che coltivo le mie follie, che lascio vagare i pensieri e mi ascolto davvero.

Due aneddoti mi sono venuti in mente, come lampi. Il primo riguarda mio Padre. Un giorno parlavamo di amicizie, e Lui mi disse: “Quando crei una famiglia, loro diventano le tue prime amicizie.” Non ho mai creato una mia famiglia, ma ho capito il senso di quelle parole. Il legame familiare è una forma di amicizia profonda e radicata, un rifugio sicuro nei momenti difficili.

Il secondo aneddoto riguarda l’Amore. Non ho mai avuto relazioni lunghe, mai superato l’anno. Gli amici di gioventù mi dicevano: “Se stai con una donna per tanto tempo, diventa impossibile esserle fedele. È fisiologico voler cercare altro.” Eppure, anche senza una relazione lunga, ho capito che quello di cui parlavano non era Amore ma solo una routine forzate per paura di restare soli. Amo una donna da più di dieci anni e sono riuscito a esserle fedele nel corpo e nella mente, pur non stando insieme a Lei. La fedeltà non è una questione di tempo, ma di ciò che senti, di ciò che l’Amore rappresenta per te.

E niente, i miei #gliscleridilucio non li metto più in evidenza come news, ma solo nella loro categoria. Perché mi va così. E poi, alla fine, non sarebbero veri scleri se li mettessi sotto i riflettori. Chi vuole leggerli, dovrà cercarli. In fondo, le cose più autentiche sono quelle che si scoprono con un po’ di impegno.

Il Natale è questo: un intreccio di ricordi, solitudini e condivisioni. È nostalgia per ciò che è stato e consapevolezza di ciò che sono diventato. E mentre il mondo si riempie di luci e voci festose, io mi concedo il lusso di una passeggiata solitaria tra i miei pensieri, con la certezza che, anche da solo, non sono mai veramente solo.

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