“Parthenope” di Paolo Sorrentino è una sinfonia visiva e narrativa che celebra Napoli e la sua omonima sirena mitologica, trasformata qui in simbolo di una vita vibrante e in continua evoluzione.
La pellicola si apre con il miracolo della nascita di Parthenope, cui viene dato un nome tanto significativo quanto profetico. La vediamo crescere, evolversi da una giovane donna dalla sua nascita, nel 1950, fino al 2023, interpretata con una freschezza incantevole da Celeste Dalla Porta, a una donna matura senza rimpianti, rappresentata da Stefania Sandrelli. In quest’arco temporale, Parthenope è divisa tra aspirazioni artistiche e un innato amore per l’antropologia, due strade che disegnano i contorni del suo destino.
La narrazione si dipana attraverso incontri significativi che plasmano il suo percorso: il professore di tesi che apre gli occhi sulla vita, un ruolo affidato a Silvio Orlando, e uno scrittore, interpretato da Gary Oldman, che incarna l’ideale intellettuale di Parthenope. Questi incontri non sono solo episodi di vita, ma pietre miliari che contribuiscono a formare il carattere e la visione del mondo della protagonista.
“Parthenope” è un film che intreccia sapientemente la bellezza della gioventù con la saggezza dell’età, offrendo uno spaccato di vita vissuta che è allo stesso tempo personale e universale. Sorrentino, con il suo tocco registaico inconfondibile, ci regala una storia epica che esplora la lunghezza e la profondità della vita attraverso gli occhi di una figura femminile forte e ammaliante.
La fotografia cattura l’essenza di Napoli e Capri con una tale vividezza che il pubblico può quasi sentire il calore del sole e il sapore salato del mare.
Parthenope” non è solo un omaggio a una città o a un personaggio mitico, ma un’esplorazione profonda del viaggio femminile verso la libertà e l’autorealizzazione. Sorrentino ci offre un’opera che è sia una meditazione sul tempo che passa sia una celebrazione del potere immutabile della bellezza e del coraggio. Un film che non solo intrattiene ma ispira, e che rimarrà con gli spettatori molto tempo dopo la fine della proiezione.
Napoli e Parthenope sono una sola, simboli di un ideale di donna e di città che non può essere definito né contenuto, ma solo vissuto e ammirato.