POWER POSE: COME UNA POSTURA CORRETTA AUMENTEREBBE L’AUTOSTIMA

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L’autostima è alimentata da tante cose e nonostante possa sembrare strano, anche la postura parrebbe giocare un ruolo fondamentale, almeno secondo la teoria della Power pose.

Cos’è la teoria della Power pose

A trovare una relazione tra postura corretta e autostima sono stati negli anni una serie di studi, che hanno portato alla nascita del termine Power pose, reso noto nel 2012 dalla psicologa Amy Cuddy.

La specialista, durante una conferenza TED, ha infatti parlato alla platea dell’esistenza di una postura che se assunta trasmetterebbe forza e sicurezza e aiuterebbe a pensare come persone di potere , e quindi a diventarlo. Per essere ascoltati, presi in considerazione e rispettati, bisognerebbe abituarsi a stare in piedi con le gambe salde e aperte, le spalle larghe e rilassate, il petto in fuori, le braccia lungo i fianchi e la testa alta. Al contrario, assumere una posa negativa, con la testa china, il corpo floscio e contratto e la schiena inclinata porterebbe a un abbassamento dell’autostima.

Trattandosi di un concetto innovativo, il video del suo intervento ha ottenuto milioni di visualizzazioni e portato molti colleghi a interrogarsi sulla sua teoria, e professionisti di diversi ambiti ad applicarla, anche se non è ancora chiaro quanto ci sia di vero, anche perché i numerosi approfondimenti fatti negli anni successivi hanno dato esiti contrastanti.

 

 

Cosa dicono gli studi

Prima di divenire noto al mondo tramite il TED, il concetto di Power Pose era già stato sviluppato dalla stessa Amy Cuddy a partire dal 2010, attraverso un piccolo studio condotto insieme a Dana Carney e Andy Yap, per Harvard e la Columbia University.

La ricerca aveva coinvolto 42 uomini ai quali è stato chiesto di assumere una posizione di potere per due minuti consecutivi e sui quali erano stati poi riscontrati aumenti di testosterone, diminuzioni del cortisolo e maggiore tolleranza al rischio.

Tuttavia, uno studio successivo e condotto su un campione ben più ampio di 200 persone, svolto con le stesse modalità, non ha riscontrato alcuna variazione ormonale tra i partecipanti.

Quest’ultimo risultato ha spinto molti ricercatori ad avanzare critiche sulla teoria, ribadendo anche il fatto che le sperimentazioni siano state fatte solo su uomini, escludendo le donne, e quindi non possa essere considerata completa.

Altri però, nel tempo hanno continuato a dirsi concordi sull’attendibilità della teoria della Power pose

I ricercatori Lee e Schnall, ad esempio, nel 2014 hanno coinvolto alcune persone in un sollevamento di pesi, chiedendo loro di farlo prima senza assumere una posizione di potere e poi assumendola.

Al termine i partecipanti hanno dichiarato una minore percezione di fatica dopo la Power pose.

Un altro studio del 2016 ha inoltre riscontrato un’associazione positiva tra l’assunzione di una power posing e l’aumento delle probabilità di essere assunti in un colloquio di lavoro.

Secondo alcune tesi, mantenere costantemente la Power pose spingerebbe anche a provare più emozioni positive e meno negative.

Tutti questi effetti positivi porterebbero a una generale maggiore autostima, responsabile a sua volta di una più ampia realizzazione personale, sociale e lavorativa.

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