In un primo momento, ammetto l’ignoranza, non avevo inquadrato la malattia e pensai alla SLA, con la quale avevo perso un altro carissimo amico. Chiamai il Doc a Napoli spiegando l’accaduto e in un attimo dopo aver fatto un paio di telefonate, non ricordo più nulla tra il tragitto clinica – casa Roma per valigia – taxi termini – treno – Napoli taxi casa. Arrivato a casa c’era la partita Napoli – Parma 3-0 Insigne, Milik, Milik – non me la sono goduta e del Napoli sono malato. L’indomani Enzo, il mio papà, con una santa pazienza, mi accompagnò in ospedale (nonostante già stesse male secondo me, di lì a meno di un anno è tornato alla casa del Padre). Feci la mia trafila al pronto soccorso, tutte le analisi del caso, il prelievo al midollo, passai la notte sul lettino a pancia sotto nel corridoio del reparto, la camera libera non c’era. Nell’arco di una settimana, dopo tutte le analisi, dopo avermi rivoltato come un calzino, mi confermarono la diagnosi precedentemente anticipata con tanto garbo, amore e professionalità in clinica in quel de i Parioli. Venni dimesso dopo una settimana, il 3 ottobre, Napoli – Liverpool 1 a 0 goal di Insigne. Non ricordo il goal, ma ricordo l’esultanza perché mi fa ancora male la testa dall’urlo che diedi.
Ecco l’origine ufficiale dei miei Scleri.
Gli scleri di Lucio.