Le persone con disabilità, inclusi coloro che convivono con la sclerosi multipla, affrontano frequentemente situazioni di discriminazione e mobbing sul posto di lavoro. Queste pratiche non solo violano i diritti umani, ma contravvenendo anche alla Convenzione ONU sulla promozione e protezione dei diritti e delle dignità delle persone con disabilità. La discriminazione può manifestarsi in varie forme, come il non essere assunti o promossi a causa della propria disabilità, o essere soggetti a molestie e comportamenti indesiderati.
Il mobbing, una forma di violenza psicologica nel contesto lavorativo, può avere effetti devastanti sulla salute mentale e fisica delle persone con disabilità. Questi atti persecutori e vessatori possono portare a problemi come stress, ansia, attacchi di panico e altri disturbi. È fondamentale riconoscere questi comportamenti e affrontarli, ricorrendo all’assistenza legale se necessario.
La legislazione italiana, come il d. lgs. n. 216/2003, fornisce strumenti per combattere queste discriminazioni e molestie, consentendo alle vittime di chiedere giustizia e ottenere risarcimenti per danni patrimoniali e non patrimoniali. La tutela dei diritti dei lavoratori con disabilità, compresi quelli affetti da sclerosi multipla, è essenziale per garantire un ambiente di lavoro equo e sicuro, libero da discriminazione e mobbing.