E, forse, in “Breaking Dawn”, mentre assistevo alla conclusione di questa storia epica, ho compreso qualcosa in più. Ho compreso che ogni sacrificio, ogni scelta, ogni momento di dolore e di gioia è un passo verso un ideale più grande, quello stesso ideale che mi ha spinto a cercare rifugio in una saga che parla di un Amore così grande da sfidare il tempo stesso.
Nei momenti finali di “Breaking Dawn – Part Two”, con la sua commovente chiusura, ho potuto percepire il segno indelebile che lasciamo quando Amiamo veramente. Ho compreso che, a dispetto delle avversità, dell’incomprensione e delle sfide, ciò che conta veramente è l’intensità e la sincerità con cui viviamo ogni singolo istante d’Amore, sia esso in un’aula di liceo a Forks o nel silenzio di una casa avvolta dalla pioggia.
Con questi pensieri a concludere la mia maratona cinematografica, ho spento il televisore. La pioggia era cessata, ma il battito della sua musica contro i vetri mi aveva accompagnato in un viaggio emozionale, che andava ben oltre il semplice atto di guardare un film. Era stato un viaggio nel tempo, nel cuore, e nell’anima di chi, come me, come Edward, cerca un Amore tanto eterno quanto il fluire inesorabile del tempo.
In questi momenti, ho trovato un riflesso del mio essere, un uomo d’altri tempi, nella figura di Edward: un Amore eterno in cerca del suo compimento.