giovedì, Maggio 1, 2025

 LA SCALA È DOVE SCEGLI DI GUARDARE

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Pubblicata l’8 novembre 1971 nell’album Led Zeppelin IV, “Stairway to Heaven” è molto più di una traccia leggendaria. È una narrazione in musica, una scalata invisibile verso un altrove, costruita tra parole e suoni.

Concepita da Jimmy Page e Robert Plant, ha attraversato generazioni, parlando a ciascuno con un linguaggio diverso. Ma per chi sa ascoltare, diventa una mappa interiore, fatta di domande più che di risposte.

“There’s a lady who’s sure all that glitters is gold…”

La canzone apre con l’archetipo dell’illusione: credere che basti ciò che luccica per arrivare “in alto”.

Ma il viaggio che segue è fatto di dubbi, segni, inversioni di marcia. Ogni verso è un bivio, una scelta tra apparenza e verità.

“Sometimes words have two meanings…”

E proprio qui si gioca il senso profondo del brano: nulla è solo ciò che appare.

La scala non si compra. Si intravede, si costruisce, si conquista.

La composizione musicale è un capolavoro narrativo:

  • Inizia come un sussurro.

  • Sale lentamente, come se ogni nota fosse un passo.

  • Esplode in uno dei più intensi assoli della storia del rock.

  • E infine si dissolve, lasciando uno spazio di silenzio e contemplazione.

È una vera e propria sceneggiatura sonora dell’anima, che accompagna l’ascoltatore in una progressiva elevazione emotiva.

“Stairway to Heaven” è stata interpretata in mille modi.

C’è chi l’ha vista come un messaggio spirituale, chi come una critica al materialismo, chi come un sogno lucido.

La forza del brano sta proprio nel non dare risposte.

Ogni ascoltatore vi trova il riflesso del proprio momento di vita.

È questo che la rende eterna.

“Stairway to Heaven” non descrive un luogo, ma una possibilità.

Non è fuori di noi.

È dentro, e davanti, ogni volta che scegliamo di salire invece di restare fermi.

Non c’è bisogno di capire tutto.

Serve solo ascoltare a fondo.

E poi, quando il silenzio arriva…

…sapere che ogni nota ci ha portato un po’ più in alto.

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